venerdì 29 gennaio 2021

Una storia incredibile (vociare confuso)

Era una notte buia e tempestosa. A folle velocità, a intervalli regolari, un acre odore giungeva nell'ampio salone di arcana bellezza. Era in attesa snervante di un barlume di razionalità. Presso un basso muro a secco di un biancore spettrale, ebbe la bizzarra sensazione di un caldo abbraccio, di un colore indefinibile. Come spinto da una mano invisibile, come un animale braccato, come un animale in gabbia, come un automa, come un fiume in piena, come una belva ferita, con la morte nel cuore, con mano esperta, con passo deciso, si decise a muoversi verso un luogo d'altri tempi: un desco modesto, di incomparabile bellezza, purtroppo in un evidente stato di degrado. Una fitta coltre di nebbia copriva una fiumana di gente. Con gesti rapidi e decisi si mise in posizione fetale, incollato al teleschermo: un'inconfondibile voce richiamava un incontrollabile desiderio: interminabili discussioni, lungo un interminabile tratto di strada, lo avevano messo in trappola. Era stata un'inutile perdita di tempo, ma era un irriducibile romantico, e le sue labbra carnose fra le lamiere contorte per lunghissimi secondi gli avevano fatto correre un brivido lungo la schiena. Una maestosa cupola ridotta a macerie fumanti: questo il magro bottino degli orrori della guerra: un paesaggio surreale. Un parlare secco interruppe il suo pasto frugale: un perfetto estraneo per l'ennesima volta si presentava per la prima volta nella sua vita con un pesante cappotto al suo tavolo massiccio. Una piccola folla si era radunata sotto la pioggia incessante: un giovane poco più che ventenne, in posizione innaturale, con una presa decisa era stato fermato da un rapido declino lungo i ripidi scalini dello scosceso pendio; un rumore sordo scorreva a fiumi, seminascosto dalla vegetazione, nel silenzio imbarazzato e irreale, rotto solo da un sommesso mormorio di chi guardava il suo sorriso ebete, con la strana sensazione che in quello stretto vano fosse in totale stato di abbandono. Alla violentissima esplosione seguì un 

vociare confuso.


[nb: da Vanni Santoni]

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