Nel periodo dell' inizio, i soldi non bastano mai. Non si trova posto in albergo. Se si beve una birra, la sera non si può andare al ristorante. Se si ordina un piatto speciale, ci si deve pentire. Sotto quella pergola non ci si può fermare. Bisogna guardare bene il menù prima di ordinare; e comunque dopo una settimana i soldi iniziano a finire e si vede che non ce la si può fare.
Bisogna allontanarsi, verso valli dimenticate, montagne aspre, sentieri solitari; paesaggi severi, pensioni fuori moda, cibi semplici, stanze austere; cibi austeri, stanze semplici, montagne solitarie. E si sta bene. Dopo qualche tempo la svolta: si legge un libro importante, il tempo è passato, le idee sono chiare, si torna cambiati in città.
Nel tempo dell'abbondanza recuperata (quasi), si passa il tempo a comperare. Si beve un'aranciata amara, non soddisfa. Poi un'acqua tonica. Poi si fa un giro. Poi si torna indietro. Il paesaggio è magnifico. Il tempo non passa mai, ci si annoia, ed è troppo poco per rilassarsi veramente. Si spendono soldi inutilmente in alberghi dove non si sa che posata usare, a cosa serve la sauna, e cosa penseranno gli altri dei tuoi vestiti. Non si vede l'ora di tornare.
Nel tempo dell'irresponsabilità (da piccoli con i genitori), si andava in quei posti piacevoli, con colazioni in camera, tavoli sotto la pergola, piatti speciali – è il fatto di avere dovuto smettere a spaventare.
venerdì 9 ottobre 2009
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