mercoledì 12 maggio 2010

Ubriaco di noia.

“Sono ubriaco di noia, mandatemi in Italia ad uccidere il re”. Così un cosacco anarchico dell’esercito rivoluzionario durante una pausa nei combattimenti, tanto per superare il torpore micidiale che lo assale al pensiero della vita ordinaria (dall’Armata a cavallo di Babel).
Destino comune a molti rivoluzionari (noia terribile e ottundente nel post anni ’70).

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