domenica 4 ottobre 2009

Ragazze.

Quando esco la mattina per andare al lavoro, e cammino veloce verso la stazione; quando salgo sulla carrozza affollata della metropolitana; quando entro nell'ampio atrio della sede di una grande società, quando vado in giro di fretta nelle strade piene di gente, quando mi trovo a un importante convegno - ho un solo pensiero nella mente: incontrerò qualche bella ragazza? E lei, mi guarderà?
Incrocio con lo sguardo gli occhi di tante donne, giovani, meno giovani, che vanno indaffarate, tacchettano sul marciapiedi, sorreggono la borsa, si sistemano la sciarpa, svolazzano i capelli: sono bellissime. Vestite in fretta, ma con attenzione; semplici e sportive, ma scherzose; un po' seducenti, e spiritose; trasandate e colorate – un'occhiata veloce da sotto, mi hanno notato! e poi dritte via per la loro strada.
Non ho mai capito quando e perché le donne ci guardano. So che quando sono stanco e un po' sgualcito, di mal umore e depresso, è come se non esistessi. Passano, e non mi vedono. Quando sono deciso, ben vestito e sicuro di me, mi guardano di più. Quando sto andando da uno per fargli una scenata, bello incazzato e sicuro di metterlo con le spalle al muro, allora è il massimo – ti guardano sempre con un certo interesse. Mi fermerei anche a raccogliere il mio successo, intavolare un discorso, ma purtroppo non ho tempo, devo andare (in verità sono molto timido). Ma forse mi guardano perché, quando penso a come mettere nel sacco i miei avversari, tendo un po' a parlare da solo – forse è per questo.

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