mercoledì 16 settembre 2009

Classici vs. proletari

I classici sono pochi ma buoni. -----I proletari sono soli e
--------------------------------------------innumerevoli.

I classici sono tranquilli. -------------I proletari sono ansiosi.

Sono affidabili, vivono di rendita. --Devono produrre sempre.

Hanno colpi di genio. -----------------Sono ripetitivi, grigi, banali –

-------------------------------------------fanno il minimo indispensabile.

Discutono e dimenticano. -----------Scrivono e conservano.

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Periodo di classicità: l'adolescenza. Poi si diventa proletari (anche se si è ricchi).

Chi rimane “classico”: infantile, non cresce, non si prende responsabilità, superficiale.

Chi diventa proletario: noioso.

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Insoddisfazione proletaria: spinta al miglioramento, al nuovo, a rischiare.

L' esplorazione è proletaria - la montagna, la pioggia, la guerra.

La guerra è classica.

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I proletari hanno sempre qualcosa da fare, ma niente di importante.

I classici non devono fare niente, e non si annoiano mai.


I proletari disprezzano i proletari, e invidiano i classici.

I classici amano i proletari, ma non li conoscono. Se li conoscessero non li amerebbero.

I classici non esistono.

Esistono soltanto i proletari.

L' Arte è classica. Il mondo moderno è proletario.

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