- bambini i cui genitori si disinteressano di loro
- mamme che vedono i loro bambini, cresciuti, presi in giro o falliti
- la giovane maestra che corre a tirare giù dal camion dei soldati tedeschi i suoi alunni che stanno per essere deportati
- ragazze che si danno senza volerlo – che subiscono violenza e l'accettano, che sposano il violentatore
- ragazza prostituita dalla madre durante la guerra senza capirlo (pensa che sia un fidanzato). Non si sposerà più, e quando muore, muore abbracciata alla sua bambola.
La tossica che ha ucciso per sbaglio una signora scippandola: aveva avuto un figlio, che le era stato tolto, e lo sapevano tutti. Eppure al bar, o dove si prostituiva, ogni tanto diceva – scusate devo andare – devo andare ad allattare mio figlio. Ma non era vero, e lo sapevano tutti. Ogni tanto la trovavano seduta in un angolo che piangeva.
Il tossico che ha fatto il palo all’assassinio del gioielliere in viale Padova (preso e sfuggito per poco al linciaggio): mi devo riprendere. Vorrei tanto rivedere la mia mamma, ma mi vergogno a farmi vedere così. Io per lei ero il suo piccolino. (la settimana dopo è morto)
(ma la cosa strana è che certi pensieri commuovono, non importa se veri o meno. Come la sofferenza dei bambini, per la quale Dostoevskij era disposto a rinunciare al paradiso, o - si parva licet - il personaggio che rappresenta l'autore dei "ragazzi del coro" a uccidersi.)
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