La riflessione matura è finita, sostituita dal ritmo frenetico di quando si ha troppo da fare. E la cecità del “troppo da fare” intuisce infallibilmente.
In chi distrugge c'è una grande euforia e divertimento. E' liberatorio. Costruire è noioso, lento, fastidioso; si diventa antipatici e rompiballe. I distruttori sono simpatici. Bruciano in un attimo le valanghe di energie altrui (poi si lamentano della cenere).
Che liberazione quando alla fine, dopo innumerevoli sforzi, tenacia, tentativi incessanti, le cose alla fine vanno definitivamente male.
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